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INTERVISTA AL GOVERNATORE

POMARANCE, 11 DICEMBRE.

La prima Festa della Misericordia e del Volontariato

Cosa ne pensa il Governatore della Misericordia Lido Bartalesi - Lenzi

Non so dire perché, ma la notizia che a Pomarance domenica 11 Dicembre ci sarà la Festa della Misericordia e del Volontariato mi ha incuriosito non poco, anche per un mio iniziale scetticismo al riguardo. E quindi ho chiesto e programmato un incontro con il Governatore Bartalesi per informarmi. E' stata per me una chiacchierata interessante. Sperando che lo sia anche per qualche lettore, ho deciso di raccontarla e di riassumerla attraverso La Spalletta. Per comodità la propongo in forma di intervista, anche se in realtà le cose non sono andate proprio così. Ma è questione di dettagli. Il pensiero di Bartalesi è sicuramente quello che state per leggere.

Governatore, perché dunque questa festa? Per farvi conoscere; per farvi pubblicità?

Quello che si fa e come si fa non sempre è noto ai nostri concittadini e quindi informare e far conoscere i servizi che la Misericordia offre per il benessere della popolazione è sempre utile e opportuno perché chi ha bisogno sappia dove e a chi rivolgersi. Ma non è questo lo scopo principale della nostra festa. Tu mi chiedi se vogliamo farci pubblicità. Proprio no! Nella maniera più assoluta. Non vogliamo affatto celebrare noi stessi, nè proporci come i "bravi" o i "primi" della classe. Né metterci in vetrina. Abbiamo piena consapevolezza dei nostri limiti e delle nostre criticità. E vorremo anche scusarcene con chi, magari, si attende da noi, e giustamente, di più e meglio di quanto riusciamo a fare quotidianamente.

E allora perché inviate a festeggiare; perché festeggiate?

Stavo appunto per dirtelo. Il motivo è presto detto. Lo scopo è quello di offrire ai cittadini l'opportunità di acquisire maggiore consapevolezza dell'importanza che il volontariato e il donare qualcosa che ci appartiene hanno per la crescita in umanità di noi stessi e della nostra comunità civile e più in generale per tutta la società. Chiamiamo a festeggiare per diffondere ed affermare sempre di più i valori costitutivi dello stare insieme che, com'è noto, sono gratuità, la solidarietà e la condivisione. Ideali tante volte evocati e troppo spesso contraddetti, anche nelle nostre piccole scelte quotidiane. Vogliamo che coralmente e con i fatti si dica basta ai furbetti, approfittatori e individualisti. E che un vero spirito solidale caratterizzati sempre più il vissuto normale della nostra gente. Del resto la Misericordia è fatta proprio per questo. I suoi servizi e i suoi volontari ne sono una testimonianza, seppur con tante incoerenze e qualche limite...

Scusa, ti ho interrotto. ma stavi parlando di servizio...?

Si, dicevo che noi della Misericordia, e sopratutto i volontari, quando siamo alla Misericordia non solo siamo "in servizio", ma sopratutto a me piace dire che siamo "a servizio". Un servizio certamente modesto e che non risolve tutti i problemi, sopratutto quando sono complessi come quelli che riguardano la salute e il benessere fisico e psicologico delle persone. Ma è un servizio che non avanza rivendicazioni o pretese, e che non ci si fa sentire indispensabili. E noi ci sentiamo contenti e realizzati quando siamo utili a qualcuno. La nostra soddisfazione maggiore, e se vuoi la nostra "paga" o il nostro "utile", è il "grazie" o la stretta di mano che riceviamo. E il vostro disteso, rasserenato e rassicurato, e talvolta sorridente, di chi abbiamo soccorso. Almeno così vorremmo che fosse, per tutti. Sempre!

Insomma... volate alto. Non è troppo per una semplice giornata?

Si sa: gli ideali sono sempre ambiziosi. E' l'utopia è quella spinta necessaria e potente che urge dentro e che stimola a incamminarci anche per sentieri impervi, scoscesi e in salita. Bisogna aprire e inventare strade nuove... E allora ci ritroviamo insieme a festeggiare perché nessuno smetta di remare in questa direzione e perché chi più ha più da. E ciascuno sostenga la fatica e la speranza dell'altro. Modestamente. Con umiltà. Ma anche tanta determinazione e nonostante tutto. Nonostante anche qualche incomprensione, che frena sempre gli entusiasmi. Perché il dono volontario del proprio tempo, delle energie e delle proprie risorse, è sempre un impegno gravoso e le responsabilità ci sono e vanno prese sul serio.

Vedo che ti stai appassionando. Mi sembra di capire che questa della festa non è stata una scelta presa a cuor leggero, ma riflettuta e ponderata bene. E' così?

Lo spero proprio. E ti dico con franchezza e in verità che appena è balenata, il Magistrato quest'idea l'ha fatta proprio immediatamente e all'unanimità, senza troppi distinguo e nessun tentennamento. Ma con convinzione e determinazione. Insomma è avvenuto come per quelle cose che ti si illuminano all'improvviso e che ti senti di dover seguire. Subito! Da prendere al volo, insomma. Ti dico di più. Questa è solo la prima festa. Il Magistrato, infatti, ha deciso che la festa di faccia ogni anno, sperando che con il tempo diventi una bella consuetudine. A partire dal 2017 e per gli anni successivi si celebrerà in una delle domeniche conclusive di Maggio o di inizio Giugno.

Come mai questa collocazione? 

Le motivazioni sono diverse. Te ne dico solo una. Perché vogliamo coinvolgere le scuole e i giovani in genere. Con loro abbiamo già dei progetti in svolgimento durante anche questo anno scolastico. E quindi vogliamo che la conclusione del lavoro che vede coinvolti gli studenti sfoci e abbia la sua conclusione logica proprio nella nostra festa. Del resto i giovani ci stanno particolarmente a cuore. Non solo come potenziali, cercati e graditissimi volontari. Ma proprio perché è a loro che vogliamo trasmettere e affidare, con l'esempio prima ancora che con le parole, questo messaggio, questa eredità: occuparsi degli altri, donare, fosse anche solo un sorriso o una carezza, aiuta a crescere. Fa bene alla vita e alla società. Questo è uno stile di vita e di pensiero che ha bisogno di essere proposto e di essere diffuso, perché l'attività del volontariato ha un effetto gravido di ricadute benefiche sul piano sociale. Ma io penso anche su quello economico. Infatti quando si dona qualcosa non è solo chi riceve direttamente a beneficiarne, ma tutti noi. Parafrasando un'espressione famosa di un celebre filosofo francese del 1600 mi verrebbe da dire: "dono, quindi sono; cioè esisto!" La gratuità del dono dà senso alla vita; è il senso della vita! Chi offre qualcosa agli altri, come dicevo, fa bene a tutti; non è solo un bel gesto, ma uno dei valori su cui si fonda una società sana e solidale.

Il discorso si sta facendo impegnativo e un pò difficile. Rimaniamo sul Semplice. Dimmi: quali sono i punti salienti di questa giornata di Festa?

Mi chiedi di fare una scelta che non vorrei fare, perché ognuno dei momenti del programma è importante e ha un valore particolare e specifico. Ma se proprio devo scegliere, te ne dico due. Il primo che mi piace sottolineare è la consegna degli Attestati a coloro che hanno conseguito recentemente la qualifica di "Soccorritore di 1° Livello". Perché in questo gruppo di 10 nuovi soccorritori, 6 sono giovani, ragazzi e ragazze!. I numeri in sé forse non meriterebbero questa sottolineatura. Ma ciò che è destinato a crescere nasce sempre piccolo. Il bello e il nuovo di questa consegna, ciò che merita attenzione e gratitudine, è l'anagrafe, la presenza di questi 6 giovani. Senza trascurare ovviamente tutti gli altri, perché ciascuno è prezioso e importante! La presenza di questi giovani è davvero un bel segno che vorrei evidenziare sopratutto ai loro coetanei con questo interrogativo: se loro hanno fatto questa scelta, perché non tu? Vieni a vedere... potresti sorprenderti! Positivamente... Noi ci contiamo su di loro! e speriamo proprio di non perderli.

E il secondo momento importante della festa, qual è?

E' la performance di due istruttori con abilitazione pediatrica che eseguiranno semplici manovre salvavita in età neonatale e pediatrica con cui si può intervenire in situazioni di emergenza. Gli incidenti e le situazioni particolari che possono capitare ovunque ci sono dei bambini più o meno grandicelli sono sempre occasione di grande paura, preoccupazione, apprensione e incertezza per i genitori. Ebbene vogliamo offrire proprio a loro, principalmente a loro, questo piccolo servizio, sperando di essere utile ancora una volta. E sopratutto di avere con noi allo Spazio Savioli dalle ore 16 in poi di domenica 11 dicembre un bel numero di persone e in specie famiglie giovani. E poi... ci sarà anche una sorpresa che non posso anticipare! Devi venire per forza anche tu, al Savioli!.

Vuoi aggiungere un'ultima considerazione?

Volentieri. In Italia da qualche anno si celebra la giornata del dono che cade il 4 Ottobre, festa di San Francesco. Mi sembra però che rischi di passare inosservata. Ebbene con questa nostra festa vorremo anche sollecitare e stimolare le istituzioni, le scuole e le associazioni locali a fare qualcosa di più e di meglio di quanto è stato fin qui fatto per celebrarla. Ritengo infatti che sia importante accogliere e diffonde questa mentalità e questo stile della gratuità, proprio per guarire la nostra società malata di egoismi e di privato, a leva che incide sull'intera comunità civile. Ma perché questo avvenga ci vuole un cambiamento culturale, che com'è ovvio non avviene dall'oggi al domani. E noi, anche questa giornata dell'11 dicembre, cerchiamo di dare il nostro piccolo contributo, affinché si accetti come patto sociale, tacitamente sottoscritto e condiviso, che tra i sei fattori che determinano la felicità, ci sia appunto e sia riconosciuta proprio per gratuità. Che è qualcosa di più e di meglio della filantropia e della beneficienza. La gratuità infatti, a differenza dell'impersonalità e dell'anonimato che caratterizzano la beneficienza, presuppone una relazione. E noi umani siamo fatti di relazioni. Ed è proprio il dono che rende la relazione più salda, crea fiducia e invita all'emulazione. La beneficienza non basta, perché chi ha bisogno ha certamente necessità materiali, ma ha anche l'urgenza di essere consolato, cioè di non essere lasciato solo. E noi della Misericordia ci collochiamo, vogliamo collocarci su questo orizzonte. Con David Maria Turoldo, poeta e profeta del '900, di cui ricorre il centenario della nascita, mi piace dunque ricordare che anche una sola carezza può fare più grande l'universo.

A cura di Paolo Mazzinghi.

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